Fratture da fragilità: cause, cura e prevenzione

Circa il 40% della popolazione generale va incontro, soprattutto dopo i 65 anni, a una frattura di femore, vertebre o polso. È il fenomeno dell’osteoporosi, la malattia sistemica che colpisce l’apparato scheletrico e che determina, a causa di una bassa densità minerale e il deterioramento dell’architettura del tessuto osseo, un aumento della fragilità delle ossa. Ecco perché è fondamentale parlare delle fratture da fragilità andando a individuare cause, fattori di rischio, terapie e forme di prevenzione.

Cause e fattori di rischio

Le fratture da fragilità sono quelle fratture che si verificano a seguito della riduzione della quantità e del peggioramento della qualità della resistenza dell’osso. È possibile considerare questi eventi come la normale conseguenza che si verifica per effetto dell’invecchiamento dello scheletro. In realtà come più precisamente spiegato dalle linee guida i principali cambiamenti che possono determinare la fragilità ossea sono l’avanzare dell’età e per le donne la menopausa.

Con l’invecchiamento vi è l’accumulo di prodotti di glicazione avanzata, un aumento della porosità ossea corticale e la perdita di massa ossea, tutti responsabili dell’aumento del rischio di fratture. Dopo la menopausa vi sono elevati livelli di bone turnover marker, una riduzione della densità minerale ossea, un aumento della porosità ossea corticale e una riduzione degli estrogeni che è associata a un rimodellamento osseo responsabile della perdita ossea.

Le fratture da fragilità provocano non solo di incidenti responsabili di morbilità con conseguenti costi in termini di salute pubblica, ma anche disabilità motoria e in non pochi casi mortalità. La frattura del femore è la fragilità più grave tanto che i tassi di mortalità vanno dal 5% al 25% dal periodo immediatamente successivo all’evento fino a un anno dopo di esso.

Diagnosi e cura

A seguito di una frattura da fragilità è fondamentale rivolgersi al Bone Doctor per una diagnosi approfondita. Questa si rivela indispensabile in quanto bisogna inquadrare la patologia responsabile della fragilità che è causa della frattura in modo da individuare la corretta terapia. Tra gli esami strumentali principali cui si ricorre vi è la mineralometria ossea computerizzata (MOC).

Per quel che riguarda il trattamento è indispensabile precisare come non esista una cura univoca per tutti e che va previsto un piano terapeutico specifico per ridurre il rischio d ulteriori fratture, fenomeno comune nei primi due anni dopo la frattura. Il trattamento si basa sull’assunzione di farmaci utili per favorire la ricostruzione del tessuto osseo ma anche di un percorso di fisioterapia utile sia in termini di riabilitazione che, mediante apposite tecnologie come la magnetoterapia, possa accelerare il processo di guarigione e ridurre il dolore.

Prevenzione

Nonostante si tratti di una condizione sostanzialmente associata all’età, la frattura da fragilità può essere prevenuta o, meglio, può essere ridotto il rischio che si verifichi e messe in atto una serie di precauzioni che riducano la gravità delle conseguenze. In questo senso sin dai primi anni di vita si rivela utile prevedere un adeguato apporto di calcio e vitamina D ed evitare fumo, alcol, sedentarietà e un’eccessiva magrezza che possono aumentare l’indebolimento dell’osso. L’attività fisica regolare, infine, aiuta a rafforzare sia i muscoli che le ossa.

Fonti:

  • salute.gov.it/portale/donna/dettaglioContenutiDonna.jsp?lingua=italiano&id=4491&area=Salute%20donna&menu=patologie
  • it/approvate-linee-guida-fratture-da-fragilita/#link_acc-1-2-d
  • fofi.it/Handbook_new_rev.09.pdf

 

Lascia un commento