Implantologia dentale: come si svolge l’intervento e quali sono i costi

Con l’implantologia dentale si procede alla sostituzione di uno o più elementi dentari persi con radici artificiali ovvero piccole viti in titanio. Nel corso di un processo biologico noto come osteointegrazione, queste viti permettono di applicare una protesi fissa. L’impianto viene inserito nell’osso che in precedenza ospitava i denti naturali.

Si tratta di un intervento chirurgico eseguito in anestesia locale e, nel caso in cui il paziente avesse paura, in sedazione cosciente.

Gli impianti dentali sono costituiti da 3 elementi principali:

  • Vite endossea in titanio (biocompatibile) che prende il posto della radice del dente perso;
  • Abutment, che funziona da raccordo tra vite e protesi;
  • Protesi dentaria, che sostituisce il dente mancante: può essere realizzata in diversi materiali rivestiti da ceramica o resina.

Come si svolge l’intervento chirurgico e quanto costa un impianto dentale?

 

Implantologia dentale: quanto costa?

Il costo dell’impianto dentale include, oltre all’intervento vero e proprio, la visita clinica e radiologica, il materiale da utilizzare, spese di laboratorio per realizzare la protesi.

Il range di prezzi per un impianto dentale varia a seconda di diversi fattori, tra cui anche la città. Digitando su Google ‘implantologia a Salerno’ e ‘implantologia a Roma’ oppure a Milano, Firenze, Torino, ecc. si noteranno differenze di prezzo anche notevoli.

Altri fattori da considerare sono il tipo di materiale utilizzato, il tipo di intervento chirurgico da eseguire, l’esperienza dello studio dentistico a cui ci si rivolge.

Considerando l’importo minimo e massimo, mediamente i prezzi sono i seguenti:

  • Impianto dentale singolo (incluso moncone e corona): da 1.200 a 3.000 euro;
  • Intera arcata in resina o composito: da 4.000 a 12.000 euro;
  • Intera arcata: da 8.000 a 30.000 euro.

Un intervento di implantologia dentale è detraibile per il 19% dell’importo complessivo.

 

Impianto dentale: le fasi dell’intervento

Nella prima fase, l’odontoiatra eseguirà l’anamnesi (raccolta dei dati del paziente per verificare eventuali controindicazioni all’impianto) dopodiché passerà all’esame obiettivo, alla visita vera e propria con ispezione e palpazione di denti e tessuti molli valutando l’occlusione, la mobilità, la salute paradontale, il livello di igiene orale del paziente.

In seguito, procederà con le indagini radiologiche: oltre ad effettuare l’ortopantomografia, utilizzerà la TAC 3D che serve a realizzare la ricostruzione tridimensionale della bocca.

Se il paziente risulterà idoneo, l’implantologo potrà procedere con la progettazione pre-implantare dell’operazione pianificandola nei minimi dettagli.

L’intervento di implantologia si suddivide in 4 fasi:

  • sedazione cosciente e anestesia locale;
  • bonifica della bocca (estrazione dei denti compromessi, rimozione di tessuti colpiti da infezione, trattamento della piorrea o parodontite);
  • innesto degli impianti, fase chirurgica durante cui lo specialista può scegliere di impiantare a carico immediato (con posizionamento della corona artificiale contestuale all’intervento) o differito (applicando una protesi mobile da mantenere per 4-6 mesi);
  • fissaggio della protesi agli impianti appena inseriti.

Dopo l’intervento, il paziente potrà assumere antibiotici, analgesici ed utilizzare un collutorio a base di clorexidina (disinfettante).

A distanza di 4-6 mesi (il tempo utile per consentire all’impianto dentale di osteointegrarsi e stabilizzarsi nell’osso), si sostituirà la protesi provvisoria con quella definitiva oppure si procederà con la ribasatura della protesi definitiva già impiantata a carico immediato.

 

Cosa fare se non c’è osso sufficiente?

Per garantire la stabilità dell’impianto dentale, è necessaria una certa quantità di osso. Se non c’è abbastanza osso, l’impianto non può osteointegrarsi: il rischio, in questo caso, è la perdita dell’impianto stesso. Come risolvere il problema?

L’implantologo potrebbe eseguire un intervento di rigenerazione ossea utilizzando materiale biocompatibile progettato per favorire la crescita e deposizione di nuovo tessuto osseo. Se non fosse possibile eseguire la rigenerazione ossea, si potrebbe optare per due tecniche innovative che permettono di posizionare l’impianto anche con supporto osseo insufficiente per l’intervento classico.

La prima tecnica è denominata ‘impianto a diametro ridotto’, di dimensioni minori rispetto a quelle standard: è indicata soprattutto nei settori estetici.

La seconda tecnica prevede l’innesto di mini impianti, più corti: necessita di una quantità di osso inferiore per il posizionamento.

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