Piedi piatti, come risolvere?

Cosa sono i piedi piatti?

E’ una malformazione anatomica, in presenza della quale i piedi di un individuo presentano un arco plantare mediale più basso del normale o completamente assente. la parte centrale interna dei piedi appoggia del tutto al suolo: ciò altera la distribuzione del peso sui piedi e predispone quest’ultimi a fenomeni dolorosi e degenerativi delle articolazioni, dei muscoli, delle ossa e dei legamenti.
I piedi piatti sono una malformazione generalmente bilaterale; tuttavia, in alcune circostanze possono riguardare un piede soltanto.

Come si manifesta e quali sono le cause?

-cause

In realtà non si conosce una vera e certa eziologia del piede piatto pero’ è quasi certo che tutti noi nasciamo con i piedi piatti. Questo ci fornisce un aiuto importante durante i primi passi: una pianta del piede più ampia ci aiuta nell’equilibrio durate i primi passi.
È verso gli 8 anni che il piede del bambino subisce quelle modifiche che lo portano a diventare il piede dell’adulto e quindi, in teoria, un piede correttamente allineato. Nella realtà questo non avviene sempre e il piede tende a rimanere pronato.
Un ruolo sicuramente importante, ma ancora non pienamente compreso è svolto dal tendine d’Achille. Infatti un tricipite surale (muscolo che termina con il tendine d’Achille) contratto può forzare il piede in un atteggiamento di pronazione.

-come si manifesta

Nel caso del piede piatto nell’adulto il principale sintomo è il dolore.
Se si tratta di una forma grave congenita, il dolore è causato dalla degenerazione ed eventuale rottura del tendine tibiale.
In generale, è importante ricordare che il piede piatto, sia nell’adulto che nel bambino, non va mai considerato in modo a sé stante, ma inserito in un quadro più ampio che interessa la postura globale del paziente. E’ a causa del piede piatto che molti pazienti presentano disturbi associati come le alterazioni della colonna , il ginocchio valgo o il passo intra o extrarotato.

 

-fino a che eta’ sono fisiologici?

Nei bambini della prima e della seconda infanzia i piedi piatti sono nella maggior parte fisiologici. Nel senso che sono da considerarsi espressione della naturale elasticità e plasticità del piede del bambino. In questi casi la condizione di piede piatto si sistemerà con la crescita.
L’arco plantare formato, come lo immaginiamo noi, matura nel bambino in età che possono essere molto diverse da soggetto a soggetto. Diciamo che in linea generale si forma in un intervallo compreso fra il quarto e l’ottavo/decimo anno di vita del bambino.
Raramente il piede piatto diventa una patologia, secondo le stime, circa il 90% di questi piattismi infantili vanno incontro ad una risoluzione spontanea con la maturazione del piede. Nel restante 5-10% dei casi si tratta di piedi che, pur esibendo un cedimento dell’arco plantare, mantengono intatta la loro flessibilità e correggibilità dinamica. In quei pochi casi che il piede piatto diventa una patologia, esso è sostenuto, generalmente, da una malformazione congenita.

Conseguenze del piede piatto

Possibili conseguenze del piede piatto comprendono alluce valgo, dita a martello, fasciti plantari, metatarsalgie, tendinopatie (soprattutto a carico del tendine del muscolo tibiale posteriore), artrosi e crollo della volta plantare.

Classificazione del piede piatto

Si puo’ affermare che la classificazione attualmente più utilizzata per parlare di piede piatto è quella di Bluman e Mark Myerson. La classificazione di Bluman e Myerson prevede una suddivisione dei gradi di piattismo del piede in 4 sottogruppi a seconda dell’interessamento:
• del retropiede isolato;
• di retropiede;
• avampiade;
• di piede e caviglia.
Inoltre prende in considerazione la possibilità di ridurre o meno la deformità manualmente.
Si parla, pertanto, di piede piatto flessibile (correggibile manualmente) o piede piatto rigido (non correggibile).

Quali esami sono necessari per diagnosticarlo?

Per una diagnosi di piedi piatti sono sufficienti, molto spesso l’esame obiettivo e l’anamnesi.
I medici considerano il ricorso a ulteriori test diagnostici quando il paziente lamenta un’intensa sintomatologia (dolore intenso al piede, alla caviglia e/o al ginocchio).
Tra i test diagnostici ulteriori, rientrano: i raggi X, una TAC, un’ecografia e una risonanza magnetica nucleare (RMN).

Chirurgia o plantare?

La terapia può essere conservativa o chirurgica.
Si può parlare di terapie conservative solo in un piede piatto flessibile, non perché ci si aspetti una correzione dal plantare, ma perché in caso di deformità rigida non è concesso nemmeno quel minimo adattamento che permetta al plantare di svolgere la sua funzione di sollievo. Il plantare può essere una valida opzione ma solo nei casi corretti e può portare ad un sollievo prolungato nel tempo. Altre volte invece a causa di un peggioramento della deformità o della rigidità sopraggiunta non riesce più ad esercitare la sua funzione.
-Intervento piede piatto
Generalmente, per l’intervento chirurgico, molti dottori considerano di farlo ad una giovane eta’, per esempio a 20 anni o anche prima (11 – 12 anni), se è necessario. Quando il piede piatto raggiunge il 3° e 4° l’uso del plantare non è piu’ di alcun utilizzo e quindi si ricorre all’operazione chirurgica.

 

Migliori centri di eccellenza per il piede piatto

 

– IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi
– Istituto Ortopedico Rizzoli
– AOUP – Azienda Ospedaliera Universita’ Pisana – Cisanello
– Istituto Ortopedico Gaetano Pini
– Istituto Clinico Humanitas
– Ospedale Pediatrico Bambino Gesu’

 

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