Curare la sideremia bassa: consigli

Il ferro è un nutriente essenziale per il nostro organismo. Elemento fondamentale per la sintesi dell’emoglobina e della mioglobina, due proteine che regolano il trasporto dell’ossigeno nel sangue e nel tessuto muscolare e per la sintesi dei citocromi (enzimi che intervengono in numerosi processi metabolici), il ferro è importante anche per la funzione cognitiva e per supportare la normale funzionalità del sistema immunitario.

 

In normali condizioni di salute, una dieta varia ed equilibrata è in grado di apportare la giusta quantità giornaliera di ferro. In alcune particolari condizioni fisiologiche o quando sono presenti patologie infiammatorie intestinali o sindromi da malassorbimento, invece, può essere necessario un aumentato apporto di ferro con la dieta. Quando l’organismo non riesce a supportare questo fabbisogno organico, e quando anche le riserve di ferro cominciano a scarseggiare, allora può instaurarsi una condizione di sideremia bassa. In questo articolo vedremo alcuni consigli su sideremia bassa e carenza di ferro.

 

Che cos’è la sideremia e quali sono i parametri per misurare il ferro nell’organismo?

 

La parola sideremia indica la quantità di ferro che circola nell’organismo. Precisiamo che il ferro non circola in modo libero (sarebbe tossico per l’organismo), ma è sempre legato a particolari proteine che ne regolano il trasporto o il deposito. La transferrina è la proteina che regola il trasporto del ferro nell’organismo e i valori della sideremia indicano proprio la quantità di ferro legata alla transferrina presente nel siero.

 

I valori medi della sideremia nelle persone adulte sono:

 

  • 65/170 mcg/dL per l’uomo;
  • 50/160 mcg/dL per la donna.

 

Quando i livelli di ferro che circola nell’organismo sono al di sotto di questi valori fisiologici si ha una condizione di sideremia bassa. Tuttavia, la sola misurazione dei valori della sideremia non è sufficiente per valutare se si è in presenza di una carenza di ferro. Per avere un quadro completo dell’equilibrio e del metabolismo del ferro nell’organismo (il cosiddetto assetto marziale) occorre misurare anche la ferritinemia e la transferrinemia. Accanto a questi valori, poi, è opportuno valutare anche i parametri relativi all’emoglobina (emoglobinemia) per avere un’indicazione sulla salute dei globuli rossi.

 

Quali sono le cause della sideremia bassa?

 

Le cause della sideremia bassa sono:

 

  • scarso apporto di ferro con la dieta;
  • condizioni fisiologiche come le mestruazioni, la gravidanza e l’allattamento (nel caso delle donne) o la fase della crescita (nel caso dei bambini e degli adolescenti).
  • patologie infiammatorie intestinali (come per esempio il morbo di Crohn) che possono diminuire la quantità di ferro assorbito a livello intestinale;
  • infezioni di origine batterica o virale a livello dello stomaco o dell’intestino che possono modificare l’assorbimento dei nutrienti o provocare piccole emorragie che alla lunga possono diminuire la quantità di ferro nel sangue;
  • ferite o patologie che causano perdite di sangue (per esempio le emorroidi);
  • micro-sanguinamenti causati dalle estreme sollecitazioni a cui vengono sottoposte le fibre muscolari durante uno sforzo fisico intenso e prolungato, come quello che compiono gli atleti che praticano sport come la maratona, il ciclismo, il triathlon o l’endurance training.

 

Cosa fare in caso di una lieve carenza di ferro?

 

In generale, in condizioni normali di salute, un’alimentazione sana ed equilibrata è sufficiente a garantire il corretto apporto di ferro all’organismo.

Anche in caso di una carenza di ferro di entità moderata, con valori di sideremia appena al di sotto dei valori medi, la dieta può essere sufficiente a riportare i livelli nella normalità. In particolare, si consiglia di assumere alimenti ricchi di ferro per mantenere la sideremia entro i valori normali. Tra gli alimenti ricchi di ferro ricordiamo:

  • il fegato di suino;
  • la milza di bovino;
  • le frattaglie;
  • la carne di tacchino;
  • molluschi e crostacei;
  • tuorlo d’uovo;
  • frutta secca;
  • frutta essiccata (albicocche e prugne, in particolare);
  • crusca di frumento;
  • legumi (in particolari i fagioli).

 

 

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